L’improvvisazione è la creazione estemporanea di musica, ignota al suo stesso esecutore fino al momento in cui viene suonata. È una forma istintiva, intuitiva, ma soprattutto ‘immediata’, ovvero letteralmente ‘non mediata’ dalla razionalità, dalla conoscenza, da una precedente, accurata selezione estetica. Al suo opposto sta la composizione, ovvero la musica in cui ogni nota è stata pensata, soppesata e infine scritta, prima di essere eseguita.
È piuttosto comune paragonare l’improvvisazione al linguaggio parlato e la composizione alla scrittura di un testo ed è chiaro che ogni linguaggio, compresa la musica, necessita di entrambe queste dimensioni, le quali si intersecano e si potenziano a vicenda.
Tra i molti tesori che l’improvvisazione dona a chi la pratica assiduamente, ecco i cinque che ritengo più importanti:
1. La Poesia dell’Effimero
“Non conosco niente di più bello dei fuochi d’artificio, nella notte. Ci sono sfere di luce, azzurre e verdi; salgono nell’oscurità e proprio quando sono al culmine della loro bellezza compiono un piccolo arco e si spengono. E chi le osserva prova un senso di gioia e di angoscia allo stesso tempo: ora si spegne; fa parte del gioco ed è molto più bello così che se durassero molto più a lungo.” – da Knulp di Hermann Hesse
L’improvvisazione vive e muore nell’istante in cui viene ad esistere ed è questo ciò che la rende vitale, fragile e preziosa. L’effimero, la sua fugacità, l’accettazione dell’imperfezione come fonte di bellezza, rappresenta il cuore pulsante dell’improvvisazione, il suo tesoro più prezioso.
2. La Conoscenza di Sè
L’improvvisazione è una forma di studio di se stessi. In particolare l’improvvisazione libera, ovvero quella non legata a precisi generi musicali, mi ha permesso di scoprire lati profondi della mia creatività e del mio carattere: il mio modo di relazionare, le mie fragilità tecniche e strumentali, i miei punti di forza, gli schemi mentali e molto altro. Penso quindi che essa sia un formidabile mezzo per la crescita musicale di chiunque a qualunque livello.
3. La Padronanza del Mezzo
Se sei o diventerai un buon improvvisatore conoscerai sempre intimamente l’architettura del brano sul quale stai suonando e ciò ti porterà su un piano musicale più profondo rispetto ad altri musicisti. Infatti, per improvvisare, specialmente nella musica jazz, è necessario aver approfondito lo studio dell’armonia, ovvero delle relazioni tra gli accordi e le scale, di tutte le possibili interpretazioni di ogni accordo in ogni punto del brano. È una conoscenza molto vasta, che permette all’improvvisatore di avere un’ampia padronanza dello strumento e una visione più profonda della musica in generale.
4. La Scintilla Creativa
Necessariamente ogni compositore è un improvvisatore, poiché ogni opera, prima di prendere la sua forma compiuta, è nata come un’improvvisazione, un’idea ‘improvvisa’. Semmai, ciò che differenzia il momento della composizione dall’improvvisazione è che l’improvvisatore suona seguendo l’intero brano senza interrompersi e ciò lo porta in un flusso di coscienza certamente molto differente rispetto al compositore; ma la natura della creazione musicale, la scintilla creativa da cui essa trae origine, è la stessa per entrambi.
5. L’Unione delle Differenze
L’improvvisazione è un grandioso mezzo di comunicazione e di condivisione delle conoscenze e dell’amore per la musica. Ad ogni improvvisatore è capitato di interagire con musicisti del tutto sconosciuti, spesso diversissimi, provenienti da chissà quale parte del mondo, semplicemente attingendo al repertorio comune del genere musicale suonato in quel momento.
“Ciò che mantiene il mondo in movimento è l’interplay delle differenze, le loro attrazioni e repulsioni.” – Octavio Paz
L’improvvisazione è il territorio musicale in cui ciò accade di continuo; è il luogo dove le differenze si incontrano e reagiscono tra loro.